La fotografia al tempo del Covid 19
 

Ecco come appare il nuovo coronavirus. Questa immagine, creata dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, rivela la morfologia ultrastrutturale (cioè la struttura non visibile con il microscopio ottico, ma solo con più potenti microscopi elettronici e ionici) del nuovo coronavirus nCoV-2019. I picchi che circondano il virione, sulla superficie esterna del virus, gli conferiscono l’aspetto di una corona.

I coronavirus sono una vasta famiglia di virus che causano varie malattie, dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la sindrome respiratoria acuta grave (Sars). Il nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che fino ad ora non era stato  mai identificato nell’uomo.

 

In questi assurdi giorni in cui ci ritroviamo ad affrontare una situazione che appare ai nostri occhi surreale e a volte quasi esagerata, tempestata di notizie delle più disparate, di paura e di allarmismi che poi si sono dimostrati esser reali e giustificate preoccupazioni c’è stata finalmente una presa di posizione decisa da parte del governo, non più interpretabile.

Da ieri Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato un nuovo Decreto, DPCM del 9 marzo,  estendendo le misure restrittive già applicate per la Lombardia e le 14 province del nord più colpite dal contagio di coronavirus a tutto il territorio nazionale.

Evidentemente c’era bisogno di un decreto, una minaccia per far capire alle persone che dovevano Fermarsi, Isolarsi per ISOLARE il virus! 

   #IORESTOACASA

Questo è l’hashtag che accompagna il decreto e la presa di posizione sulla stringente necessità di fermarci tutti.

In questi giorni, sui social ho continuato a leggere ed ascoltare stories di persone che chiedevano consiglio ai colleghi su come comportarsi relativamente agli impegni lavorativi già presi ed in particolare in relazione ai servizi newborn (che come sappiamo non sono procrastinabili o rimandabili per più di pochi giorni)…

Non voglio arrogarmi il diritto di giudicare nessuno, perché non sono nessuno, né come essere umano né come professionista nel settore fotografico che rappresento.

Ho iniziato a scrivere questo post stupita dal fatto che le persone avessero la necessità di chiedere a qualcuno cosa fosse giusto fare. La mia decisione in merito al mio lavoro, viene prima di tutto dalla mia visione di persona, dal mio senso etico e dalla mia coscienza.

Il nostro lavoro di fotografi newborn, maternità e famiglie è un lavoro magico e bellissimo che ci permette di ritrarre dei momenti di felicità assoluta per regalarli per sempre ai nostri clienti. Il nostro lavoro, però, proprio per questo, proprio perché ci mette in contatto con persone che vivono un momento particolare della vita, sia essa la gravidanza , il puerperio o la vita di un esserino di pochi giorni, in cui le fragilità o sensibiltà sono acuite richiede un’attenzione in più.

L’attenzione in più è già la base del nostro lavoro di tutti i giorni in condizioni “normali”….

 

Quindi, Come possiamo pensare di poter effettuare un servizio fotografico in questa situazione in cui siamo totalmente disarmati e impreparati?

Anche se il virus sembra non avere grossi impatti sulle categorie in questione, come si può aggrapparsi a una tale idea (peraltro basata su evidenze scientifiche ancora limitate da un basso numero di casi esaminati) di fronte ad una esigenza collettiva di PROTEZIONE e ISOLAMENTO se non scegliendo di fermarsi nel rispetto del nostro senso di responsabilità verso la diffusione (s’intenda involontaria ma ugualmente causata …) e verso le persone più deboli ed indifese.

Io comprendo perfettamente cosa possa significare non poter svolgere un servizio già prenotato e magari pagato, ma non comprendo a pieno l’idea di poter valutare di effettuare lo stesso il proprio lavoro. Lo dico da madre con tre figli piccoli, ma ancor più da figlia di una mamma con patologie respiratorie che ho volontariamente allontanato dai nipotini, per proteggerla, rinunciando al suo prezioso aiuto (Dio solo sa quanto mi sia costato!).

Non dico questo per crogiolarmi nelle mie scelte, lo dico e lo scrivo perché è una riflessione che mi è nata dal cuore, sicuramente non sarà condivisibile da alcuni, ma spero da molti. Non capisco perché le persone non accettino di far parte di qualcosa di più grande che deve essere tutelato, se tutti noi facciamo la nostra parte questo brutto momento ce le lasceremo alle spalle con meno tragedie e vittime di quelle che invece vedremo se le persone continuano a guardare solo all’interno del proprio orticello, e questo vale sia in termini sanitari che economici.

Rimaniamo uniti e sconfiggiamo il nemico!!

Restiamo a CASA,

riappropriamoci di quel TEMPO che tutti,

SEMPRE,

lamentiamo di non avere…

Sfruttiamolo al meglio che possiamo per fare qualcosa di bello con i nostri figli o per noi stessi, studiamo se possibile, leggiamo, facciamo ginnastica…cuciniamo…

A tutte le mamme, invece, che mi hanno chiesto se fosse rischioso fare il servizio in gravidanza in questa situazione non mi resta che ripetere la stessa cosa…

Anche se al momento, non ci sarebbero evidenze che il Coronavirus possa trasmettersi da madre a figlio durante la gestazione, come affermano i risultati di uno studio condotto dal Zhongnan Hospital della Wuhan University, e  pubblicato sulla rivista The Lancet,  gli stessi autori tengono a sottolinearne i limiti (per via del numero ridotto di casi esaminati, perché si parla solo di parti cesarei  e perché il contagio è relativo solo al periodo conclusivo della gravidanza).

 Gli studi esistenti sugli effetti del virus si applicano alla popolazione generale e ci sono informazioni limitate sull’infezione nelle donne in gravidanza”, ha sottolineato la prof.ssa Huixia Yang, co-autrice dello studio.  Capire il come il Coronavirus impatti sulla salute delle donne in gravidanze è importante perché si tratta di soggetti che “possono essere particolarmente sensibili ai patogeni respiratori e alla polmonite grave, in quanto immunocompromessi”. “I cambiamenti fisiologici della gravidanza potrebbero portare ad un rischio maggiore di esiti sfavorevoli”, afferma la prof.ssa Huixia Yang.

A ogni modo, i risultati raggiunti nello studio non possono essere considerati definitivi, dato che restano da analizzare e chiarire le possibilità di contagio intrauterino nei primi due trimestri di gravidanza o per le mamme che partoriscono per via naturale.     (fonte https://www.huffingtonpost.it/entry/qual-e-il-rischio-di-trasmissione-del-coronavirus-da-madre-a-figlio-in-gravidanza_it_5e4fbe77c5b629695f590ff0).

 

 

Per cui aldilà di tutto ciò, anche voi mamme proteggetevi e proteggete i vostri cari, e la collettività tutta con un atteggiamento responsabile e non egoista.

 

Per i servizi fotografici avremo tempo!!

Un tempo sano in cui i sorrisi saranno veri e felici perché saremo di nuovo sereni e tranquilli di poterci voler bene abbracciare e scambiare l’amore che oggi deve muoversi per il bene collettivo e per il bene dei più deboli, che non possono difendersi da soli ….

 

Se stavi cercando un servizio fotografico

newborn o di maternità

ERI NEL POSTO GIUSTO….

 

Ma ti chiedo di aspettare caro amico o amica…

Sfrutta il tuo tempo per conoscermi, guarda il mio sito e valuta se posso fare al caso tuo e appena questa emergenza sarà finita, chiamami e vieni a conoscermi!!!!

Io ti aspetto e intanto mi preparo per farmi trovare pronta ad offrirti un servizio strepitoso, per cui se cerchi un fotografo newborn a Firenze io ci sarò, non appena avremo vinto questa guerra!